chiostro recuperato dell'ex monastero della vettabbia nel giardino di casa Cisalghi via san martino 5 milano

Un antico monastero ricostruito nel giardino di casa Pellegrini Cislaghi

Un angolo nascosto di Milano, un monumento salvato le cui origini sono datate intorno al 1232

Un antico monastero nel giardino di casa Cislaghi, un angolo nascosto di Milano!

In questo bel giardino in via San Martino 5, a Milano, è stato ricreato un angolo magico con testimonianze e reperti di cinque secoli di storia milanese che hanno rischiato di andare perduti.

Nella lussureggiante vegetazione di questo giardino, sembra rivivere il glorioso passato delle Vergini della Vettabbia:

il monastero femminile fondato da San Pietro Martire intorno al 1232 e soppresso nel 1799 durante la dominazione francese; la sua fine inizia con la trasformazione del convento prima in caserma e poi in case d’abitazione.

un antico monasteroricostruito nel giardino di casa Cislaghi a Milano in via San Martino,5

L’idea della costruzione del convento delle Dame Vergini della Vettabbia è da documenti attribuita, come dicevo, a San Pietro Martire, un predicatore domenicano ricordato per la sua tenace opposizione alle eresie, e quindi parecchio discusso, tant’è che venne assassinato a Seveso da un sicario. Oggi è sepolto nell’Arca argentata conservata all’interno della basilica di Sant’Eustorgio nella Cappella Portinari. E, piccola curiosità, può tornar utile sapere che la sua protezione è invocata contro il mal di testa.

Sin dall’inizio in monastero, godette della protezione prima dei Visconti e poi degli Sforza, ma anche di tutta la Milano bene che qui destinava, monacava, le figlie nubili che non si era riusciti ad accasare con matrimoni di convenienza. In questoconvento, insieme alle fanciulle della nobiltà e della buona società milanese, si ricordano le tre sorelle di papa Pio IV de’ Medici, Corona Isabella, nipote del papa, e Francesca Innocenza, sorella del cardinale Pozzobonelli.

Apro una piccola parentesi per dire che spesso questo luogo era visitato dall’arcivescovo  San Carlo Borromeo che aveva, proprio qui, una sorella badessa. Nel suo testamento, stilato nel 1576 Carlo Borromeo lascia al monastero della Vettabbia 50 scudi d’oro. Questo è l’unico convento cui lascia denaro in eredità.

 

Torniamo al nostro monumeto, il complesso era collocato appena oltre le mura medievali, quelle che correvano lungo l’attuale via Molino delle Armi, e l’irrorazione era alimentata dal fiumiciattolo della Vettabbia che scorreva lì accanto.

Gli storici milanesi dei secoli passati ne decantano la ricchezza e descrivono affreschi e tele che ornavano il monastero e la chiesa il cui altare maggiore “era ricoperto d’argento” nei giorni festivi.

 

Quello che fu un grande convento con un chiostro principale di circa 43 metri per lato, una grande chiesa doppia (con un’aula, come si usava, destinata alle monache e una al culto pubblico), refettorio, vasti giardini con orti coltivati e due preziose cappellette nascoste nel verde, ha rischiato di scomparire per sempre.

All’inizio del ‘900 il complesso dell’ex convento, ormai degradato, venne definitivamente raso al suolo mentre i terreni vennero divisi in lotti favorendo il nascere dell’attuale via Cosimo del Fante.

La storia della sua “salvezza” inizia nel 1913. Una mattina Maria Pellegrini Cislaghi svegliandosi, rivelò di aver sognato “portici a colonne con terrecotte ed affreschi che si stavano demolendo”. La donna convinta che le demolizioni non fossero lontane dalla dimora di via San Martino, chiese al marito di indagare.

Antonio Pellegrini Cislaghi, uscendo quello stesso mattino da San Celso, vide di fronte due case in demolizione. Introdottosi nel cantiere, oltre alcune ortaglie, scoprì “un antico chiostro a colonnati con terrecotte decorate che alcuni operai stavano demolendo”.

Dovette imporsi sugli operai, facendo interrompere lo scempio, chiese con insistenza di parlare con l’assistente ai lavori, dichiarò il suo intento di salvare le memorie e cosi fece!

Interrotte dalla Guerra, le operazione di salvataggio vennero successivamente riprese e portate a compimento, non senza difficoltà, come possiamo vedere.

 

Parte del chiostro recuperato dell’ex monastero della Vettabbia

Possiamo vedere come un angolo con arcate del chiostro è ambientato con uno sfondo di incisioni del primo Novecento e con un antico affresco su tela che mostra una facciata “in divenire” del Duomo come mai ce la saremmo immaginata. Questo stemma della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano proviene da una casa che fu demolita tra via Pattari e via Arcivescovado.

La cappella salvata nel giardino di casa Pellegrini Cislaghi

Questa cappelletta (ai tempi trasformata in lavanderia) di poco più di 3m per lato, è riuscita a salvarsi e oggi ci incanta con la sua volta ottagonale a spicchi con decorazioni.

Sulle pareti si vedono affreschi Cinquecenteschi: nella parete di fronte all’entrata, vediamo un trittico, con al centro la Madonna con il Divin Figlio e san Giovannino, ai lati si vedono 2 santi domenicani.

Sulle altre pareti di vedono l’affresco con l’apparizione di Cristo risorto alla Maddalena e una scena del miracolo compiuto da una monaca, con vesti domenicane, che salva un bambino dalle fauci di una belva .

Appesa al muro posto a lato dell’antica chiesina vi faccio notare  una campanella in bronzo (data 1638) che proviene del Lazzaretto di manzoniana memoria, anch’essa salvata dalla furia dei demolitori, sembra scandire un tempo miracolosamente ritrovato.

 

Ex cella del monastero riconvertita in studio e pinacoteca

Una stretta scala conduce davanti all’entrata di quella che fu una cella del convento, allo stato attuale trasformata in un ambiente che ci stupisce!

ex cella trasformata in studio e piacoteca in casa Cislaghi
Un’ altra inaspettata meraviglia infatti si palesa davanti ai nostri occhi, questa ex cella è stata arredata a studio e pinacoteca con opere di autori lombardi.

E dopo avere visto un antico monastero nel giardino di casa Cislaghi, con gli occhi colmi di bellezza, mi dirigo verso la mia prossima destinazione… intanto non dimenticatevi di seguirmi su Instagram!