Alla scoperta del quartiere Ortica
Da centro agricolo a polo industriale, e adesso Museo a cielo aperto
Ortica dove la storia è raccontata sui muri. Andiamo alla sua scoperta!
Per chi non lo sapesse si chiama “Ortica” un quartiere della periferia est di Milano.
Questo nome non deriva dalla pungente pianta che tutti conosciamo bensì da “orto”, “ortaglia”, luogo adatto alle coltivazioni, e di fatti nasce come borgo contadino vicino al fiume Lambro che rendeva un tempo la zona verde e ricca di orti.
Ortica diventa parte del comune di Milano nel 1931 con la costruzione della ferrovia, i cui binari racchiudono il quartiere in un triangolo.
Tutto cambia quando, tra fine Ottocento ed inizi Novecento, arriva la ferrovia che collega Treviglio a Milano. Da quel momento, l’Ortica diventa un polo industriale e ferroviario e testimonianza del ‘proletariato urbano’.
Da centro agricolo a polo industriale quindi con il boom del dopoguerra: l’Ortica che cambia nel tempo senza perdere le sue radici. Ancora oggi, quando si cammina tra le sue vie raccolte e silenziose, la sensazione è quella di essere in un piccolo paese di provincia con la sua piccola chiesa medioevale dedicata ai Santi Faustino e Giovita, custode di un prezioso affresco che rappresenta la Vergine con il Bambino in grembo che i fedeli chiamano “Madonna delle Grazie” e di un misterioso graffitto…. Se siete curiosi questo il link per approfondire:“graffito misterioso”
Per preservare e raccontare la storia di questo quartiere, che ha ispirato nel corso del tempo diversi artisti come Enzo Jannacci e Giorgio Gaber che narravano, ad esempio, storie di personaggi di periferia e della mala che vivevano tra Porta Vittoria e il Lambro, è nato Or.Me (Ortica Memoria), un progetto di street art urbana partecipata realizzato dall’Associazione Orme in collaborazione con il collettivo Orticanoodles e il patrocinio del Comune di Milano.
Il primo murale è stato realizzato nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione. I ragazzi delle scuole locali, insieme alle associazioni no profit del quartiere, hanno colorato con le parole di libertà il trafficato cavalcavia Buccali. Segue la decisione di realizzare altri 20 murales, che raccontino il Novecento.
Le opere vanno a comporre un itinerario culturale ben preciso, che ricorda la guerra, la musica popolare, il movimento dei lavoratori, la resistenza, la legalità e i grandi personaggi, l’immigrazione, lo sport, e anche gli orti.
La particolarità del progetto è il coinvolgimento degli stessi abitanti dell’Ortica, che diventano parte attiva nel gesto creativo. Ogni murale, infatti, è il risultato delle pennellate di studenti, famiglie e cittadini, che insieme si sono ritrovati a dipingere la storia sui muri
Iniziamo il percorso di scoperta di queste opere!
Arrivati all’Ortica, in via Giovanni Antonio Amadeo, sulle mura della casa all’angolo con via Villa si trovano i due murales dedicati al partigiano e al vescovo. L’opera ritrae i volti del ferroviere partigiano Luigi Morandi e del Vescovo vicario Marco Virgilio Ferrari, due figure rappresentative del quartiere che hanno lottato negli anni bui del fascismo.
Una volta superato il sottopasso ci ritroviamo nello slargo, dove si trova la piccola, semplice chiesa dei SS. Faustino e Giovita. Svoltando a sinistra in via San Faustino, sulla parete della storica Cooperativa Edificatrice Ortica, si trova il murale della cooperazione (ispirato a una foto dei soci data 1914): i volti di Gesù Cristo, Carlo Marx e un gruppo di pionieri cooperatori sostengono insieme il pensiero del socialista Robert Owen “la cooperazione di tutti per il bene di ognuno”.
Continuando il percorso: in fondo alla via, prima del cavalcavia, spiccano i due coloratissimi murales della legalità e della musica popolare.
Il primo è dedicato a coloro che si sono battuti, spesso perdendo la vita, in nome della giustizia: legati da pennellate di colore verde sfilano i volti di Giorgio Ambrosoli, Walter Tobagi, Lea Garofano, il generale dalla Chiesa e tanti altri.
Dove invece spicca il colore rosso si vede il murales dedicato alla musica popolare, che riunisce alcuni autori e interpreti della canzone milanese che hanno raccontato l’anima dell’Ortica, come Dario Fo, Giorgio Gaber e Ornella Vanoni, Enzo Jannacci. Il quartiere Ortica è sempre stato uno dei quartieri milanesi più cantati, le canzoni si sentivano risuonare già ai tempi nelle trattorie e osterie che si popolavono di cantanti e lavoratori delle fabbriche.
Il sottopasso tra via San Faustino e via Rosso di San Secondo è dipinto con i volti spaventati dei bambini del murale HUMAN, dedicato alle migrazioni, “a chi è emigrato, a chi migra, a chi migrerà”, e ci ricorda che “siamo tutti umani”.
Dopo il sottopasso le vie si allargano: procedete lungo via Domenico Tretacoste, dove sui muri dell’ITIS Pasolini si staglia il murale dedicato alle donne che hanno fatto grande il Novecento. Da Alda Merini a Liliana Segre, fino a nomi meno conosciuti come Anna Kuliscioff ed Ersilia Majno, qui sono rappresentate quelle figure femminili che nel secolo scorso hanno lottato per l’emancipazione femminile.
Un pezzo del centro di Milano arriva anche in periferia, in via Pitteri, si incontrano sui muri la navata centrale, le guglie, le vetrate e la celebre Madonnina del Duomo di Milano
In fondo a via Pitteri, svoltando a destra in via Camillo e Otto Cima si trova il murale dedicato al lavoro e al movimento dei lavoratori, che rappresenta le lotte operaie del Novecento e le fabbriche del quartiere, come la Innocenti, raffigurata con una leggendaria Lambretta.
Poco più avanti incontriamo un murale vivace e coloratissimo, dedicato agli orti e alle origini agricole del quartiere.
Imbocchiamo il tunnel ferroviario Ortica, e vediamo che i suoi muri sono dipinti con il murales dedicato alle due guerre e agli alpini, soprannominato “l’altare della patria della street art”.
Attraversato il cavalcavia Buccari, dove scorrono le parole di libertà, il murale che ha dato il via al progetto, come spiegato all’inizio, si arriva in via Tucidide. Qui si incontra il murale dello sport, dedicato a grandi personaggi sportivi del Novecento.
Murales che sono un omaggio alla “scala del calcio” lo stadio San Siro e alle sue due squadre con i calciatori Mazzola (Inter) e Rivera (Milan), per estenderlo al ciclismo con il ciclista Coppi e il giro d’Italia, al pugliato con il pugile Muhammad Alì. Un omaggio esteso all’atletica, simbolo di determinazione e fatica, al nuoto, al tennis, allo scii.
Sempre in via Tucidide si trova il murale dedicato agli antifascisti e ai perseguitati politici di ogni orientamento culturale, politico, sociale, religioso e di genere.
E siamo arrivati alla fine di questo percorso storico, ma i murales in zona non sono finiti…
Tra le cose da vedere all’Ortica vi segnalo anche un pezzo di archeologia industriale: il vecchio gasdotto e il Ponte viola, quest’ultimo protagonista del progetto “scarpette rosse”.