La Madonna con le corna della cappella portinari basilica di santeustorgio curiosita

La Madonna con le corna della Cappella Portinari: Basilica di sant’Eustorgio curiosità

Uno degli affreschi più enigmatici e misteriosi di Milano

Fra i tanti tesori di Milano, ce ne sono alcuni, meno conosciuti al grande pubblico e credo che la Madonna con le corna della Cappella Portinari all’interno della Basilica di Sant’Eustorgio ne sia un esempio.

Quanti infatti andando a visitare l’antichissima basilica di Sant’Eustorgio, ne escono dopo pochi minuti “perdendosi” la Cappella Portinari, cioè il tesoro più bello? E quanti non conoscono le curiostià che troviamo all’interno della Basilica di Sant’ Eustorgio?

Ebbene come avete capito oggi vi porto nel complesso della Basilica di Sant’Eustorgio, in zona Ticinese, a Milano: quello che, nelle guide turistiche, risulta giustamente essere uno dei luoghi da non perdere in una visita alla città.

La Cappella Portinari

Siamo a metà del Quattrocento a Milano, quando il dominio del ducato passa dai Visconti agli Sforza. Secondo la tradizione, fu un giovane banchiere fiorentino di nome Pigello Portinari a commissionare la costruzione della Cappella. Pigello, il primogenito tra tre fratelli  nacque a Firenze nel 1421,  figlio di Folco di Adoardo (o Adovardo) Portinari, che apparteneva a una prestigiosa famiglia di commercianti, e di Caterina di Tommaso Piaciti.

Pigello era da qualche anno nella città lombarda, dove svolgeva il ruolo di responsabile della filiale del Banco Mediceo. Questa filiale aveva aperto i battenti nel 1455, pochi anni dopo l’ascesa di Francesco Sforza a Duca di Milano.

Sembra che all’inizio la committenza, da parte del banchiere fiorentino Portinari, di una Cappella fosse motivata principalmente da un profondo senso di devozione, con l’obiettivo di fornire una degna sede per la reliquia del cranio di San Pietro Martire ( se preferite Pietro Rosini questo era il suo vero nome), un santo al quale Pigello Portinari era noto per essere molto devoto. In quel periodo, nonostante fossero già trascorsi duecento anni dalla morte del santo, le sue reliquie erano ancora oggetto di grande venerazione non solo a Milano, ma anche in altre località.

Con il progredire della costruzione della cappella, Pigello iniziò a considerarla anche come il suo futuro luogo di sepoltura. Infatti, è proprio in questo luogo che fu sepolto il 11 ottobre 1468, poco dopo il completamento della costruzione della Cappella.

Gli affreschi nella Cappella

La Cappella  offre alla vista, capolavori assoluti, fortunosamente arrivati sino a noi, opera del bresciano Vincenzo Foppa (1427 – 1515), uno dei principali pittori del Rinascimento lombardo, prima dell’arrivo di Leonardo da Vinci a Milano.

Nascosta sotto sette spessi strati di intonaco dal periodo della terribile pestilenza del 1630 in poi, la cappella è stata soggetta a ripetuti interventi di ridipintura e, sfortunatamente, restauri che ne hanno alterato il suo aspetto originale, caratterizzato da vivide tonalità di colore. Tuttavia, grazie agli sforzi compiuti durante i restauri del 1952, la decorazione pittorica è stata quasi miracolosamente recuperata, nonostante le molte vicissitudini che ha subito nel corso dei secoli.

All’interno degli spicchi della cupola sono dipinte scaglie multicolori, disposte a fasce concentriche, seguendo una scala cromatica simbolica che evoca la diffusione della luce divina. Tra le otto finestre, nei punti in cui queste si alternano, sono ritratti otto busti di santi. Questi busti sono comunemente associati agli Apostoli.

Gli affreschi nella Cappella includono rappresentazioni che ritraggono l’Annunciazione  e l’Assunzione della Vergine. La scelta di dipingere scene dalla vita della Vergine è giustificata dal forte sostegno dei Domenicani al culto mariano.

Nei Pennacchio, all’interrno di 4 oculi troviamo  padri fondatori della chiesa: San Gregorio Magno, San Gerolamo, Sant’Ambrogio e sant’Agostino.

Per quanto riguarda le quattro lunette laterali della Cappella, Vincenzo Foppa ha selezionato quattro degli episodi più significativi della vita di San Pietro Martire.

Sulla parete sinistra:

  1. Il Martirio di San Pietro da Verona raffigura l’assassinio dell’inquisitore Pietro, avvenuto nei boschi del Comasco per mano di uno degli eretici condannati dal santo. Nell’opera, si vede il santo ferito a morte mentre scrive la parola “Credo” con il suo stesso sangue. Il Santo aveva predetto la usa morte, assicurando i fedeli che da morto avrebbe avuto più potere contro i catari.
  2. Il Miracolo di Narni o del Piede Risanato narra la storia di un giovane che, in un impeto di rabbia, aveva colpito sua madre con un calcio e, pentitosi del gesto irragionevole, si era autoamputato il piede come punizione. Questo miracolo sottolinea le capacità taumaturgiche del santo, che, vedendo il pentimento del giovane, gli ricollega l’arto precedentemente amputato. Le prediche di San Pietro Martire e le sue pubbliche dispute con gli eretici erano infatti spesso accompagnate da miracoli e profezie, cose queste, che indussero molti a tornare alla fede cattolica.

Sulla parete destra, sono raffigurate due storie correlate agli eventi legati alla lotta contro l’eresia catara:

  1. Il Miracolo della Falsa Madonna mostra San Pietro mentre espone l’ostia consacrata e smaschera il diavolo che aveva assunto le sembianze della Madonna. San Pietro rivela il subdolo inganno di un eretico cataro che aveva persuaso i fedeli a venerare una falsa Madonna, evidenziata dalle corna come segno dell’influenza demoniaca. (a questa immagine è legata una seconda leggenda quindi vi suggerisco di continuare con la lettura)
  2. Il Miracolo della Nuvola rappresenta un evento miracoloso in cui una nuvola carica di pioggia appare proprio nella piazza di fronte alla chiesa di Sant’Eustorgio per rinfrescare i fedeli in una torrida giornata durante una predica del santo.

 

La Cappella Portinari sant'eustorgio milano

 

La Madonna con le corna della Cappella Portinari

La madonna con le corna della cappella portinari curiosità della basilica di di sant'eustorgio

Per quale motivo si sarebbe scelto di rappresentare la madre di Gesù con corna simili a quelle di Lucifero? E non solo, persino il Bambin Gesù, tenuto tra le sue braccia, è rappresentato con due piccole corna infantili!

Esistono due leggende che cercano di spiegare questa singolare scelta iconografica .

La prima leggenda,  come avete letto sopra sostiene che le corna sulla testa della Madonna rappresentino in realtà le corna del diavolo, che allontanato da San Pietro  Martire, le lasciò li.

La seconda leggenda  sostiene che l’affresco sia infestato dallo spirito di Guglielmina la Boema, una donna vissuta in odore di santità  nella Milano del XIII secolo, ma dichiarata eretica post mortem. Comunque siano andate le cose, rimane una chicca imperdibile.

Una curiosità che riguarda la Madonna con le corna della Cappella Portinari:

In questo episodio è stato individuato, nella figura posta alle spalle del santo, di profilo, il ritratto di Pigello Portinari, rappresentato anche nel Miracolo della nube.

L’arca di San Pietro Martire

Insieme alla  Madonna con le corna della Cappella Portinari, al centro, si trova la celebre Arca di San Pietro Martire.

Questa arca, originariamente commissionata dai domenicani intorno al 1336 e realizzata grazie al contributo di Azzone Visconti e di suo zio vescovo, fu scolpita dallo scultore Giovanni di Balduccio.

La realizzazione del monumento richiese tre anni di lavoro e, l’anno successivo, il corpo del santo fu traslato in questa nuova sede. Per iniziativa dei frati predicatori, nel 1736 fu deciso di spostare l’arca contenente il corpo di San Pietro Martire nell’abside della cappella.

Durante i restauri svolti nell’ottavo decennio dell’Ottocento, l’arca fu spostata verso il centro della cappella, dove è attualmente situata.

arca di san pietro martire all'interno della cappella portinari di milano presso la basilica di sant'eustorgio da visitare

Il sepolcro è retto da otto pilastri in marmo rosso (da Verona), affiancati da altrettante figure femminili  che rappresentano le virtù che l’anima deve coltivare per elevarsi spiritualmente, pochi notano che  ai loro piedi sono collocati coppie di animali, alcuni dei quali sono creature mitologiche.

arca di san pietro martire e le virtù della cappella portinari

Nel lato di fronte all’ingresso,  da sinistra, sono la Giustizia (senza la spada e la bilancia andate danneggiate) riposa sui cani che rappresentano i “guardiani della fede”, la Temperanza, che miscela acqua e vino ed è sostenuta da una sorta di sfinge che simboleggia il confine morale, la Fortezza (fortitudo), coperta dalla pelle di leone e con lo scudo di Achille in mano, appoggiata su una coppia di leoni, ed infine la Prudenza tri-fronte.

Nella parte posterire si vedono la Carità che allatta due bambini, simbolo dell’amore che nutre l’umanita, ai suoi piedi una coppia di cani che simboleggiano tenerezza ed affetto. Al suo fianco la statua che rappresenta la Fede che esprime la certezza della salvezza fisica e spirituale. Tiene in una mano un calice e nell’altra una croce, e poggia su una coppia di cani che la difendono.  Poi troviamo la statua che rappresenta la Speranza con dei fiori in mano che rimandano alla capacità di ottenere l’influenza divina e il suo profumo: la speranza appunto. Sostenuta da due grifoni che nel medioevo rappresentano la doppia natura umana e divina del Cristo. In ultimo troviamo l’Obbedienza con il libro chiuso della Regola, accompagnata ai piedi da due leoni con il significato di forza dell’obbedienza del giusto, ricompensata dal Paradiso.

A decorare i lati del sarcofago vi sono scolpiti otto bassorilievi con episodi della vita del santo, e alcuni suoi miracoli intervallati da figure di santi ed apostoli

san pietro marture miracoli nelle fomelle dell'arca a lui dedicata nella cappella portinari

L’arca si conclude con un’edicola a tre cuspidi al cui centro si trova la Madonna in trono col Bambino ed ai lati i Santi Domenico e Pietro Martire; al vertice, Cristo benedicente tra due angeli.

arca di san pietro martire da verona presso museo della basilica di sant eustorgio, cappella portinari

Leggenda e curiosità sull’arca di San pietro martire da Verona

Nella leggenda milanese, si racconta che Giovanni di Balduccio costruì un’arca troppo breve per contenere interamente il corpo del santo. Per questo motivo, la testa fu trasferita in un’urna separata, che Giovanni Visconti portò via. Da quel momento, iniziarono ad affliggerlo fortissimi mal di testa, i quali cessarono soltanto quando riunì l’urna con il resto del corpo.

Da quel momento in poi, San Pietro Martire, oltre ad essere riconosciuto come il patrono dell’Inquisizione, è stato elevato al ruolo di protettore contro il mal di testa nella tradizione popolare. La sua festa, che cade il 29 aprile, era l’occasione in cui le persone “picchiavano” delicatamente la loro testa contro l’arca per cercare protezione da questo disturbo per tutto l’anno. Questa pratica veniva chiamata “andare a picchiare la testa in Sant’Eustorgio”. Inoltre, si credeva che strofinare un panno sull’urna e avvolgerlo intorno alla testa potesse alleviare l’emicrania.

Un ultimo sguardo alla Madonna con le corna della Cappella Portinari e un arrivederci alla prossima destinazione! Nel frattempo potete leggere qui  altre curiosità di Milano e non dimenticatevi di seguirmi quotidianamente (o quasi) su instagram @milanosuitacchi