La leggenda di Palazzo Marino

La leggenda di Palazzo Marino

“L’ammasso di pietre, costruito con molte rapine, o crollerà, o brucerà, o un altro rapinatore lo ruberà”

Conoscete la leggenda di Palazzo Marino?

Nel corso del XVI secolo, a dire il vero,  fiorirono diverse leggende su questa costruzione, in grado di affascinare ancora oggi.
Ne cito una, collegata a tratti ad alcuni precisi riferimenti storici.

Chi sono i protagonisti?
Lei, Arabella Cornaro, era una giovane, bellissima veneziana di nobili origini (discendeva dalla famiglia di Caterina Cornaro, Regina di Cipro), figlia di un noto patrizio appartenente alla Serenissima.

Lui,  Tommaso Marino, un anziano banchiere genovese che aveva accumulato fortune e potere con l’appalto del sale, prestando denaro ad usura. Vedovo, con figli già grandi.

La leggenda racconta che, a 78 anni, vide Arabella in piazza San Fedele (o come si chiamava allora) e se ne innamorò perdutamente.
Inoltrò con sollecitudine una richiesta di matrimonio al padre della ragazza, ma al rifiuto categorico di questi la fece comunque rapire dai suoi “bravi” e mise la famiglia di lei davanti al fatto compiuto.

I Cornaro chiesero per Arabella un palazzo bellissimo a Milano, simile a quelli a cui la novella sposa era abituata a Venezia.

Fu così che il vecchio conte Marino chiamò un famoso architetto che aveva già lavorato a Genova, Galeazzo Alessi e con lui alcuni dei massimi scultori della Fabbrica del Duomo. I lavori di costruzione di Palazzo Marino iniziano il 4 maggio 1558.

Palazzo Marino Milano

Palazzo Marino – Milano –
Nel cortile d’onore è possibile osservare un programma decorativo imperniato sull’esaltazione dell’eroe e la forza dell’amore. Il primo tema è declinato attraverso le imprese di Ercole, il secondo con immagini tratte da “Le Metamorfosi” di Ovidio.

 

Le spese sostenute da Tommaso Marino furono così ingenti da portare il banchiere sull’orlo del fallimento. E quando le autorità spagnole si resero conto che il banchiere non era più in grado di far fronte ai debiti, gli confiscarono il palazzo, destinandolo nel giro di qualche mese all’ufficio locale delle tasse.

L’umore della cittadinanza non era favorevole ai Marino, tanto che la tradizione ci tramanda una frase legata al lussuoso palazzo, che tradotta recita: “L’ammasso di pietre, costruito con molte rapine, o crollerà, o brucerà, o un altro rapinatore lo ruberà”  E il vaticinio andò quasi in porto, considerato che il palazzo, nel 1943, fu seriamente danneggiato dai bombardamenti.

Non si sa quale sia stata la vita della giovane donna.
Un giorno la trovarono morta in un palazzo di famiglia a Gaggiano, impiccata al baldacchino del letto. Fu una morte misteriosa e tragica.  Alcuni sostengono che la confisca dell’edificio fece infuriare Marino, il quale  si scatenò incredibilmente sulla povera Arabella, impiccandola con le sue stesse mani.

Il banchiere, malgrado le disavventure e il crudele assassinio, visse sino a 97 anni. Una sua nipote, al secolo Marianna de Leyva, costretta a farsi suora a sedici anni, diventò poi quella ben nota Monaca di Monza che Alessandro Manzoni immortalò ne “I promessi sposi”.

Cosa dite, vi è piaciuta la leggenda di palazzo Marino? Vi lascio qui un link se volete leggere di altre leggende!