Il “Bombarda” che fa perdere la testa ad un angelo… E scoppiare una torre…
A mezzogiorno del 28 giugno 1521 un Angelo aveva perso la testa, a mezzanotte Milano aveva perso la sua torre più bella!
Il “Bombarda” che fa perdere la testa ad un angelo…. E scoppiare una torre……
In città si vivevano giorni difficili. Da quando vent’anni prima il Duca Ludovico, da tutti detto “il Moro”, aveva avuto la bella idea di sfidare il re di Francia, nonché quella, più brutta, di farsi da lui battere nella battaglia di Novara, i milanesi non sapevano più a chi obbedire: un giorno comandavano i francesi, il giorno dopo ecco che torna al potere il figlio del Moro Massimiliano, per poi andarsene di nuovo dopo pochi giorni, per lasciare di nuovo il posto ai francesi.
In effetti il Cancelliere di Stato, Gerolamo Morone ha pure lui un bel daffare per capire, di giorno in giorno, da che parte tira il vento.
Il povero Morone non sa più dove sbattere la testa. Ora poi al Governatore francese, tale Odetto di Foix conte Lautrec , pare proprio che sia dato di volta il cervello.
Il Cancelliere di Stato è il primo a riconoscere che la situazione non sia delle più facili, ma che il Governatore si sia messo in testa che la causa di tutti i suoi guai non siano le non facili situazioni politiche, bensì siano streghe, maghi e fattucchiere, chiamati in città dallo stridore continuo prodotto dallo stendardo dell’Arcangelo Michele che, sulla cima del Campanile della Chiesa di san Gottardo al Palazzo, funziona da banderuola indicando la direzione del vento, questo proprio non riesce a comprenderlo.
“Va ben che el scior conte el sta de cà chì arent, in Palazz Real, ma tutta sta storia la capissi minga” pensa il buon Morone, ma tace!
In Palazzo non si è mai visto un via vai così intenso di ciarlatani di tutti i colori che, come avvoltoi, volteggiano ogni giorno sulla testa del Governatore proponendogli rimedi più astrusi ancora delle sue stesse manie. E non vale far presente che nessuno di questi rimedi abbia prodotto il minimo dei risultati. Del resto come fare a combattere contro i mulini a vento: ci vorrebbe un altro don Chisciotte!
Ed in effetti il nostro don Chisciotte si presentò un giorno al Governatore, con la sua soluzione pronta.
Si trattava in particolare di un capitano delle sue truppe, un soldato di carriera di origini assai dubbie che , tuttavia, sembra proprio avere in mano la bacchetta magica che, con un colpo solo, risolverà i problemi del Governatore.
Quando al Governatore viene annunciato che tra le sue truppe c’è un capitano che sa come risolvere i suoi problemi, subito fa partire un ordine di comparizione. “Tanto, ciarlatano più ciarlatano meno, questo almeno non si farà pagare” pensa il buon Morone, ma tace.
Il Capitano si presenta all’udienza ed espone il suo piano:
“Eccellenza sono a conoscenza delle vostre preoccupazioni, e so benissimo, condividendo le sue convinzioni, che siano da attribuire all’intervento di forze occulte e maligne ( “leccapiedi” pensa il buon Morone, ma tace) che, attirate dallo stridore dello stendardo che gira sulla Chiesa che tutti sappiamo, producono effetti assai deleteri su tutta la città di Milano, ( “pensa ti che el stendard l’è là da tanti ann e mi me s’eri mai incorgiuu de nagotta” pensa il buon Morone , ma tace).
Io però penso di aver trovato una soluzione facile e decisiva: basta far sparire lo stendardo!
A questo proposito devo dire che, in una recente scaramuccia con le forze degli Sforza, ho avuto la ventura di far prigioniero un comandante nemico. Questo comandante, così mi dicono i suoi soldati, è soprannominato “Bombarda” per la sua grande abilità nel maneggiare appunto le bombarde. Dicono che sia capace di colpire, con un solo colpo, un bersaglio posto a centinaia di metri.
Attualmente il “Bombarda” è recluso con la moglie, una vivandiera di nome Assunta, nelle segrete del castello in
attesa di giudizio. Basterebbe promettergli la libertà ed io penso che il Bombarda non si rifiuterà certo di colpire con un colpo di cannone lo stendardo in questione.
Via lo stendardo , via le forze maligne e risolti tutti i problemi. Che poi non sarà certo difficile far credere a questi milanesi che il colpo sia partito dall’esercito degli Sforza! (“e bravo il mio capitano, te l’hee pensada proppi ben” pensa il buon Morone, ma tace).”
E che il capitano l’avesse pensata proprio bene fu anche il pensiero del Governatore che diede immediatamente ordine di condurgli davanti i due prigionieri.
Naturalmente il Bombarda la possibilità di salvare la testa non se la lasciò scappare di certo, e promise tutto quello che il Governatore voleva sentir promettere, senza per altro avvedersi che il Governatore non toglieva un attimo gli occhi dalla moglie che in piedi accanto a lui seguiva con trepidazione lo svolgersi degli eventi. (questo fatto, a dire il vero, fu notato anche dal buon Morone, che tuttavia anche questa volta non parlò)
Con le dovute cautele, sotto la direzione del Bombarda, viene preparato l’ordigno che dovrà risolvere i problemi del Governatore. Sugli spalti del Castello, in direzione del Duomo, viene preparata la postazione che dovrà accogliere la bombarda, senza dimenticare le opportune opere di mascheramento: che diamine, alla fine i milanesi dovevano pensare che il colpo sia venuto da fuori le mura!
All’alba del 28 giugno del 1521 tutto è pronto per lo sparo. Il Bombarda a buon conto si è preparato una buona scorta di palle da cannone, non si sa mai che il primo colpo vada male!
Il Bombarda con le dita incrociate dietro alla schiena, a mezzogiorno innesca la miccia ed il colpo parte. C’è un momento in cui tutto sembra fermarsi dopo il potente colpo, poi ne segue un altro meno forte e più lontano e, quando finalmente la polvere si dirada, si vede chiaramente che l’Arcangelo Michele, là sulla cima del campanile della Chiesa di san Gottardo al Palazzo, non ha più ne testa ne banderuola. Colpo riuscito in pieno! E il buon Morone tace sempre!
Il conte Lauterec è ai settimi cieli: presto, presto che si imbandisca per la sera stessa la più grande festa che Milano abbia mai visto ( “per la verità ai tempi del Moro e di Leonardo di feste se ne sono viste di ben più grandi” pensa il buon Morone, ma tace).
E il conte Lautrec non si dimentica certo dell’artefice del suo trionfo: anzi no, se ne dimentica proprio invitando alla sua festa la bella Assunta senza la presenza del marito.
Errore fatale!
Il Bombarda libero si di girare per il Castello ma non invitato alla festa, medita la vendetta.
Sceso nei sotterranei della Torre principale piena di polveri (quella del Filarete tanto per intenderci), la mina ed a mezzanotte in punto la fa saltare.
Che sia stato per patriottismo nei confronti della sua città, o solo per gelosia nei confronti della moglie, questo non ha importanza!
A mezzogiorno del 28 giugno 1521 un Angelo aveva perso la testa, a mezzanotte Milano aveva perso la sua torre più bella!
Il buon Morone nel segreto delle sue stanze da sfogo finalmente alla sua rabbia. A rimetterci è stata solo la sua città!
La Storia dice.
Il fatto che la sera del 28 Giugno 1521 la Torre del Filarete scoppi e che l’Arcangelo Michele perda la testa viene tramandato ufficialmente dalla storia.
Si disse che a provocare i due avvenimenti fossero stati due fulmini perché in effetti quel giorno su Milano imperversava un tremendo temporale!
Ai milanesi comunque è sempre piaciuta la prima versione e di temporali non hanno mai voluto sentir parlare.
Milano dovrà attendere duecento anni per rivedere l’Arcangelo Michele di nuovo restaurato con tanto di testa e banderuola. Per la ricostruzione della Torre del Filarete dovrà attenderne quasi quattrocento, vale a dire fino ai primo del 1900.
I francesi , così come tutti gli altri protagonisti di questa storia, comunque se n’erano andati già da molto tempo!