Chiesa di San Francesco da Paola a Milano
Edificata nel 1728 dai Padri Minimi, ordine fondato da San Francesco di Paola alla metà del XV secolo
La Chiesa di San Francesco da Paola a Milano (via Manzoni) fu eretta nel 1728, su disegno dell’architetto Marco Bianchi Romano, dai Padri Minimi, fondati da San Francesco di Paola alla metà del XV secolo, sull’area di una chiesa dedicata a Sant’Anastasia, demolita in seguito ad un incendio nel 1693. Fu aperta al culto nel 1735.
Non ancora ultimata nella facciata, negli interni e nei decori, costituì fin da subito uno dei più vivaci cantieri cittadini, luogo di tendenze artistiche anche contrastanti nel periodo di trapasso fra rococò e primo neoclassicismo. Diventò la chiesa più amata dalle antiche famiglie nobili Milanesi della zona: Borromeo, Bagatti Valsecchi, Poldi Pezzoli e altre.
Scopriamola insieme!
La chiesa di San Francesco da Paola rappresenta uno dei principali esempi di edificio tardobarocco e rococò a Milano.
L’interno è a navata unica con due cappelle laterali per lato: cappella di San Michele Arcangelo e cappella del Crocifisso a sinistra; cappella di San Francesco di Sales e cappella della Madonna Addolorata a destra.
La volta è decorata con l’affresco Gloria di San Francesco di Paola di Carlo Maria Giudici mentre, al di sopra delle porte laterali, vi sono gli ovali scolpiti di Giuseppe Perego raffiguranti i Miracoli di San Francesco di Paola.
I decori interni sono in gran parte caratterizzati dalla lucentezza dei marmi e delle dorature. Ovunque compare la scritta “Charitas”, che risulta fosse incisa sullo scudo dell’Arcangelo Michele apparso a San Francesco da Paola con la raccomandazione di farne lo stemma del proprio ordine.
Al centro spicca l’altare maggiore, della seconda metà del Settecento. Realizzato in marmi misti, pietre dure e bronzi dorati, fu eretto dalla bottega viggiutina di Giuseppe Buzzi, e dotato nel 1752 di candelieri realizzati dagli orafi romani Benedetto Arnaboldi e Giuseppe Moltano. Il tabernacolo è coronato da una statuetta del Salvatore in marmo di Carrara e da puttini.
La pala d’altare incorniciata raffigurante il Santo Francesco di Paola è del 1647 ad opera di Giovanni Masi.
Dietro un ampio coro ligneo con stalli in noce intagliato e radica eseguito nella seconda metà del XVIII secolo da maestranze lombarde, come gli armadi lignei della sacrestia, sono custodite quattro tele di epoca settecentesca.
Chiesa San Francesco da Paola a Milano: curiosità
- Nel 1901 proprio a San Francesco di Paola si celebrò il funerale di Giuseppe Verdi
- E’ stata eletta a chiesa protettrice dei surfisti
Il 27 marzo 1943 San Francesco di Paola venne proclamato da Pio XII patrono della gente di mare italiana in seguito al miracolo avvenuto sullo stretto di Messina, che vede San Francesco di Paola attraversare miracolosamente lo stretto stendendo il suo mantello sull’acqua utilizzandolo proprio come un surf. Il mantello è tutt’ora conservato nella cappella delle reliquie nel Santuario di San Francesco da Paola, a Paola in provincia Cosenza. (Li si conservano le reliquie di ciò che resta del corpo e degli affetti di San Francesco di Paola. Vi si trovano le ossa del Santo, il mantello, il cappuccio, la tunica, il dente, le calze, i sandali, la corona del rosario e una copia autentica dei processi Beatificazione e Canonizzazione del Santo) - Percorrendo un lungo corridoio punteggiato da opere d’arte, si arriva ad una seconda entrata/uscita che sbuca direttamente in via Montenapoleone. Nulla fa capire che dietro quel portone, del civico 22, si cela una chiesa!
- Verso la fine, sporgendosi su un cortiletto interno, si può scoprire uno dei campanili “misteriosi” di Milano, uno dei tanti miseramente nascosti dalla cementificazione della città (che per lavori alle scale non sono riuscita a vedere. Motivo per ritornare!)
- Ė a forma ovoidale e questo l’ha dotata di un’acustica perfetta per concerti anche odierni
- Ha una pianta che riprende la forma di contrabbasso, da qui il soprannome “la chiesa del contrabbasso”
Chi era San Franscesco da Paola? L’eremita dalla vita piena di prodigi
Nacque a Paola (Cosenza) il 27 marzo 1416. I genitori di San Francesco da Paola erano di modeste condizioni, e la fede aveva per loro un posto privilegiato. Fu chiamato Francesco per onorare un voto fatto dai genitori quando, essendo ormai la madre in età avanzata, pareva non esserci più speranza di avere figli, promisero di rivestirlo dell’abito votivo dei Francescani.
Francesco, all’età di quindici anni, fu accompagnato presso i Conventuali di S. Marco Argentano (Cosenza) per sciogliere il voto e prestare l’anno di famulato. Qui Francesco manifestò la sua propensione alla preghiera e le sue doti di pietà, accompagnate da manifestazioni soprannaturali, le stesse che, successivamente, avrebbero alimentato la sua fama di grande taumaturgo.
Ritornato a Paola dopo un pellegrinaggio, Francesco decise di condurre vita eremitica, per dedicarsi alla preghiera, al lavoro e a fare penitenza.
Attorno al 1435, si ritirò fuori dell’abitato di Paola, in un terreno di proprietà della famiglia, suscitando grande stupore fra i concittadini per l’austerità del suo modo di vivere. Il suo esempio spinse però ben presto altri giovani a condividere quella esperienza, e si formò così un gruppo denominato “Eremiti di fra Francesco”. Lebbrosi, ciechi, muti, zoppi, paralitici, partorienti e persone con ogni sorta di difficoltà si recavano con fiducia da Francesco, che per molti era da considerare già santo, perché alla sua richiesta di intercessione si trovavano sanate.
I prodigi accompagnarono tutta la sua vita, a partire dalla costruzione dei primi conventi : con stupore, ci fu gente che testimoniò di averlo visto uscire illeso dalla fornace ardente nella quale era entrato per riparare delle crepe, altra che raccontò con riconoscenza che si potè dissetare con acque cristalline sgorgate dal tocco del suo bastone in luoghi dove una sorgente era impensabile. Francesco fu accolto trionfalmente a Napoli da una folla incredibile e da re Ferrante, che gli offrì un vassoio pieno di monete d’oro per costruire un convento in città; ma egli rifiutò e prendendo una di quelle monete, sotto gli occhi del sovrano la spezzò con le dita, facendone sprizzare sangue: «Sire», esclamò, «questo è il sangue dei tuoi sudditi che tu opprimi e che grida vendetta al cospetto di Dio».
Dopo una brevissima malattia, il 2 aprile del 1507, Venerdì Santo, Francesco morì circondato dall’amore dei suoi confratelli.
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