Certosa di Garegnano
Voluta dall'Arcivescovo Visconti nel 1349
La Certosa di Garegnano fu fondata nel 1349 dal vescovo di Milano Giovanni Visconti, che ne fece dono all’Ordine Certosino, con altri suoi beni personali. Sorgeva in aperta campagna e venne concepita proprio per consentire ai monaci di pregare per la vicina città e per i suoi reggenti.
L’ordine dei monaci Certosini fu fondato, nei monti dell’Alto Delfinato, nel XI secolo da San Bruno che impose regole piuttosto severe: pane e acqua come cibo, un saio in lana di colore bianco come veste, uso del cilicio e frequenti flagellazioni.
Nel 1782 i monaci dovettero abbandonare la Certosa in seguito alla soppressione del monastero decretata da Giuseppe II, Imperatore d’Austria, il quale aboliva tutti gli ordini contemplativi.
I beni e i terreni del monastero furono messi in vendita con aste pubbliche, il chiostro grande venne destinato a deposito militare e distrutto nel 1895.
La chiesa venne adeguata al culto pubblico e nella notte di Natale del 1783 divenne a tutti gli effetti Parrocchia del paese di Garegnano, borgo tipicamente rurale che, dopo l’Unità d’Italia, si aggregò al Comune di Musocco e nel 1923 venne unito alla città di Milano.
Alla Certosa di Garegnano si accede da un ampio portale che immette in un piccolo cortile detto delle elemosine, probabilmente proprio perché deputato come luogo in cui venivano distribuite le elemosine ai pellegrini e ai viandanti che qui trovavano rifugio.
Da questo cortiletto si entra in un altro più ampio di forma poligonale chiamato Cortile d’Onore. Qui ci troviamo davanti alla facciata della Chiesa che, così come si presenta oggi, venne realizzata verso la fine del 1500 ed inizi 1600.
Da lontano, della facciata, spicca la parte aerea con la statua della beata Vergine Maria con due Angeli ai lati.
Subito sotto una grande formella con la traslazione in cielo di santa Maria Maddalena, che ritroveremo poi anche in un affresco all’interno.
Santa Maria Maddalena è molto cara all’ordine certosino anche probabilmente per il fatto che l’ordine viene proprio fondato nella zona ove, per tradizione, si dice sia posta la sepoltura della santa.
Sopra il portale un altorilievo in marmo di Candoglia (è il marmo del nostro Duomo) raffigura un momento di riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto.
Ai lati del portale di ingresso le statue di san Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini e di sant’Ugo vescovo di Lincoln e primo santo certosino .
Sopra le finestre invece le immagini dei due Visconti che iniziarono e terminarono la costruzione della Certosa: a sinistra di chi guarda la facciata il Vescovo Giovanni ed a destra invece Luchino, ma non il fratello di Giovanni bensì il figlio di questi che portava lo stesso nome del padre e che non successe al governo del ducato perché esiliato dallo zio Giovanni. L’immagine di Luchino (figlio) è posto sulla facciata della Certosa perché è proprio grazie ai beni lasciati da questi in eredità alla Certosa se le opere di costruzione della stessa poterono andare a termine.
Sopra di loro, nella parte mediana della facciata, i due grandi santi milanesi, san Carlo Borromeo a destra e sant’Ambrogio a sinistra.
Evidentemente la statua di san Carlo è stata lì posta in tempo successivo alla fine dei lavori della facciata, in quanto il nostro Vescovo venne canonizzato solo nel 1610. Può anche darsi che sia stata messa lì ,al suo posto, verso la fine dei lavori, dato che il Borromeo era da tutti ormai considerato santo anche se non ufficialmente.
Entrando nella Certosa di Garegnano una navata completamente affrescata ricorda il capolavoro vaticano di Michelangelo.
Persino Francesco Petrarca, che vi soggiorno più volte nel 1357, rimase colpito dall’atmosfera e dalla pace e meditazione in cui la Certosa era avvolta. E scrisse:
“Son dunque stato in Paradiso: ho visto Angeli di Dio in terra; ho visto viventi in corpi Terrestri, coloro che presso il Cielo sarà loro dimora”
Tra il 1578 e il 1582 Simone Peterzano, maestro del celebre Caravaggio, decorò il presbiterio e l’abside. Sulle pareti egli raffigurò una Resurrezione, una Madonna con Bambino fra i santi Giovanni Battista, Bruno, Ambrogio e Ugo, l’Ascensione, una Natività e un’Epifania, sulla cupola angeli, sibille, profeti ed evangelisti. Nel catino absidale egli rappresentò invece una crocifissione fra la Vergine e San Giovanni Evangelista.
A partire dal 1620 Daniele Crespi, maestro del Manierismo, si occupò invece di decorare la navata, divisa in tre arcate, qui volle rappresentare la storia dell’Ordine Certosino, con episodi tratti dalla vita del fondatore dell’ ordine San Bruno.
Una misconosciuta “Cappella Sistina” di Milano che merita di essere visitata!