I Bagni pubblici dell’Annunciata: la spa popolare della Milano di un tempo
Quando lavarsi era un lusso
Bagni pubblici di Milano: una storia di igiene (e di profumi!)
Oggi Milano è una città moderna, dove l’acqua scorre senza problemi dai rubinetti di ogni casa. Ma in passato non era così. Anzi, fino all’Ottocento, la maggior parte dei milanesi non aveva accesso a impianti igienici pubblici. Questo significava, di fatto, che non ci si lavava quasi mai! Per mascherare il problema, si faceva largo uso di profumi, ritenuti addirittura una protezione contro le epidemie.
Il primo bagno pubblico di Milano: un lusso per pochi
La svolta arrivò solo nel 1887, quando nacque il primo bagno pubblico di Milano, situato al Ponte delle Gabelle, lungo il Naviglio Martesana. Non si trattava certo di un’elegante spa: il bagno consisteva in un’area delimitata da paratie di legno, con alcune cabine di fortuna. Incredibilmente, però, questo servizio era disponibile solo nei tre mesi estivi e, ancora più assurdo, era riservato esclusivamente agli uomini! Le donne, infatti, non avevano accesso ai bagni pubblici per legge.
Il ruolo di Anna Maria Mozzoni nella battaglia per l’igiene
A cambiare la situazione fu Anna Maria Mozzoni, pioniera dei diritti femminili, che lottò per ottenere il diritto delle donne di usufruire dei bagni pubblici. Grazie alla sua battaglia, finalmente anche le milanesi poterono accedere a queste strutture. Tuttavia, il problema dell’igiene cittadina restava enorme: verso la fine del XIX secolo, Milano contava circa 650.000 abitanti, ma aveva solo un unico bagno pubblico funzionante per pochi mesi all’anno!
I Bagni pubblici dell’Annunciata: la spa popolare della Milano di un tempo
A colmare questa enorme lacuna arrivarono i Bagni dell’Annunciata, una vera e propria spa popolare per i milanesi dell’epoca. Situata tra i caseggiati, questa struttura offriva un piccolo giardino circondato da camerini con porticine e grate. Bastavano 1,50 lire per entrare, e con il biglietto si riceveva una saponetta rosata al profumo di mandorla, che produceva una schiuma abbondante. Per chi non aveva un bagno in casa, questi bagni rappresentavano un lusso irrinunciabile.
Il riscatto dell’acqua: la Piscina Cozzi
Il vero salto di qualità nell’igiene pubblica milanese arrivò nel 1934, con l’inaugurazione della Piscina Cozzi in viale Tunisia. Fu la prima piscina coperta d’Italia e la più moderna d’Europa, con trampolini da 5 e 10 metri e spalti capaci di accogliere un vasto pubblico. Da quel momento, l’accesso all’acqua divenne sempre più democratico, trasformando Milano in una città finalmente attenta all’igiene e al benessere dei suoi abitanti.
Conclusione
Oggi, i bagni pubblici come quelli dell’Annunciata sono solo un ricordo, ma raccontano un passato sorprendente di Milano, fatto di difficoltà, lotte sociali e progresso.
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