Oratorio di San Protaso o La “Gesétta di lusert”
La “Gesétta di lusert” ovvero l’oratorio di San Protaso che sorge attualmente nello spartitraffico della via Lorenteggio.
Oratorio di San Protaso: la chiesa più piccola di Milano
Dedicata a San Protaso, VIII Vescovo di Milano, sepolto nella Basilica di san Vittore al Corpo,
fu costruita intorno al 1000 come cappella della vicina cascina/monastero dei monaci benedettini (cui subentrarono poi gli olivetani) e per i contadini del borgo di Lorenteggio.
Ai tempi si trovava tra campi e marcite, in quello che era all’epoca il “comune dei corpi santi di porta vercellina” che arrivava al confine con il comune di Lorenteggio.
Conserva al suo interno affreschi di varie epoche, il più prezioso un velario medievale.
Qui sembra essere custodito anche uno dei più antichi affreschi di Santa Caterina da Siena. Il più antico in Lombardia e probabilmente secondo in Italia solo a quello del Senese Andrea Vanni.
Utilizzata per il culto fino al 1950 venne dismessa e lasciata al più completo abbandono e abitata solo dalle lucertole da qui il soprannome di “Gesétta di lusert”.
Diversi personaggi storici sono legati a questa chiesa: Barbarossa la risparmiò dalla demolizione in segno di rappresaglia alla resistenza dei cittadini. Narra infatti la leggenda che Barbarossa si raccolse in preghiera qui per chiedere la vittoria sui milanesi, ottenuta nel 1162 la risparmiò per riconoscenza.
Napoleone la usò come deposito delle armi cacciando i monaci Benedetti.
Partite le truppe napoleoniche dei privati la utilizzarono come fienile e deposito degli attrezzi.
Federico Confalonieri ne fece un covo di carbonari che arrivavano attraverso un cunicolo segreto che la collegavano alle mura della città. Durante l’ultima guerra mondiale il cunicolo fu utilizzato invece dai partigiani. Il passaggio fu definitivamente chiuso negli anni ’60.
Una leggenda racconta che alcuni contadini volevano usarla come abitazione ma data una, due, ben tre mani di calce sulle pareti, l’affresco della Madonna attorniata da santi, continuava a rimanere visibile. I contadini l’interpretarono come segno divino e si riprese ad usare la chiesetta come un luogo di culto fino alla fine degli anni trenta quando nel quartiere sorse la chiesa parrocchiale di San Vito Giambellino.
Durante l’espansione della citta di Milano rischiò più volte la demolizione, stesso rischio corso di recente e fortunatamente salvata dagli abitanti del quartiere che si sono mobilitati a sua difesa.
Salutiamo l’oratorio di San Protaso o La “Gesétta di lusert” e se vuoi scoprire la mia prossima destinazione non ti resta che seguirmi su instagram @milanosuitacchi