Palazzo Acerbi, la “casa del Diavolo” a Milano
Qui la leggenda si intreccia con la storia
Palazzo Acerbi, la “casa del diavolo” a Milano: le origini della leggenda
Si dice che il numero del Diavolo sia 666. Per i molti milanesi, invece, è il numero civico 3 di Corso di Porta Romana. Qui la leggenda si intreccia con la storia.
In questa via si narra infatti che il seicentesco Palazzo Acerbi, fu per un tempo la dimora del Diavolo in persona.
Il primo proprietario del Palazzo Acerbi fu nel 1577 Pietro Maria Rossi conte di San Secondo, fino ai primi anni del Seicento (1615) quando fu acquistato dal ricchissimo marchese ferrarese Ludovico Acerbi che lo fece restaurare in stile barocco lombardo, visibile ancora oggi. Acerbi, si rese subito inviso alla città facendo di tutto per ostentare sfarzo in un momento di profonda crisi.
I suoi dirimpettai, i componenti della ricca famiglia Annoni entrarono in competizione con lui scatenando una gara a chi riusciva a rendere il proprio palazzo più sfarzoso a costo di spese che alla gente di allora sembrarono ingiustificate e insostenibili se non supportate da un qualche cosa di soprannaturale.
Il marchese Acerbi, da cui il palazzo prende il nome, abitò qui proprio durante gli anni in cui la peste descritta da Manzoni nei “i promessi sposi” colpì Milano causando moltissime morti. Ma non agli abitanti dello stabile che, anzi festeggiavano noncuranti con feste e passeggiate in carrozza, si diceva infatti che Acerbi rendesse immune dal morbo chiunque gli stesse accanto.
La gente stremata passava sotto al palazzo e sentiva la musica, le grida e poi lo vedeva uscire la sera, con una carrozza tirata da sei cavalli neri pomposamente scortato da sedici staffieri sbarbati e in livrea verde dorata (il nero e il verde sono considerati i colori del diavolo), o affacciarsi alla sesta finestra del primo piano.
E fu proprio alla fine della peste che tutti si resero conto che gli unici rimasti totalmente immuni erano proprio gli abitanti di Palazzo Acerbi. Le cronache del tempo, infarcite di sinistre fantasie dettate dal terrore e dalla superstizione, portano alla diceria che nel palazzo vivesse proprio satana.
Secondo un anonimo cronista di quegli anni nessuno osava pronunciare il suo nome.
Il diavolo però non riuscì a proteggere Acerbi dalla venuta di Napoleone che gli tolse il titolo e lo mandò a trascorrere i suoi ultimi giorni nella natia Ferrara dove ancora oggi abitano i suoi discendenti.
Questo stesso palazzo fu prima immune alla peste manzoniana, resistette poi ad una cannonata austriaca del 1848 portandone ancora i resti: all’esterno infatti è visibile una palla di cannone infissa nella facciata. Uscì poi indenne anche dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. E così la storia s’intrecciò alla leggenda.
Palazzo Acerbi la casa del “diavolo” a Milano
Osservando l’austerità di Palazzo Acerbi tuttavia, non si può non notare un volto dalle fattezze demoniache posto proprio sopra il portone principale…
Concludo dicendo che a Milano il diavolo non ha solo una casa ma anche una colonna. Lo sapete?
No? questo è il link